sauro largiuni è nato a San Giovanni V. no (Ar) nel 1953.
Ha pubblicato per una guida letteraria (2001).
Chi legge questo libro si trova di fronte alla coraggiosa sopportazione del tragico presente da parte dei protagonisti dei dialoghi. Questo non significa però che essa riesca a sanare ferite personali né quelle inflitte dagli uomini alla loro specie. Una semenza ammalata di benessere il cui unico fine pare essere la propria fine. Una genia le cui relazioni autentiche sono ormai ridotte al lumicino (terminali appunto se non già postume) e sulle quali, soffermandosi sulla copertina, sembra dilagare, avventarsi e freddarle al suolo la lastra tombale del pavimento. Lapide su cui s’allunga l’ombra sicaria del puntale d’un ombrello. Se non la stessa almeno molto simile a quella «lunga di un albero che pareva aspettare il momento buono per conficcargli alle spalle, tra le costole, la sua lama scura e affilata» con cui si chiude l’ultimo dei dialoghi terminali. Opera che, rifacendosi al modello delle leopardiane Operette morali, è fatta di tre variazioni su un unico tema: la condizione umana contemporanea.
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