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Teatro

Qui sono raccolti, al momento, un paio di stralci di copioni drammaturgici che per un singolare ma non involontario caso originano, come alcuni esempi pirandelliani, entrambi da precedenti testi narrativi dell’autore (dialogo del disertore e dei beni, la fuoriuscita).

 

La diserzione

(dramma in due atti)

personaggi

il narratore, voce fuori scena

il disertore, un uomo

coro dei beni, voci di una collezione di oggetti antichi*

moro, prima voce e prima figura presepiale settecentesca

vecchia, seconda voce e seconda figura presepiale settecentesca

toro, terza voce e primo manufatto fittile arcaico

cavallerizzo, quarta voce e secondo manufatto fittile arcaico

ercole, quinta voce e terzo manufatto fittile arcaico

domatore, sesta voce equarto manufatto fittile arcaico

un uccello, ombra cinese

 

*gli oggetti in scena possono essere diversi purché conservino il loro significato di “unici beni di rifugio”.

 

 

ATTO PRIMO

(Scena buia. Voce fuori scena del narratore)

 

narratore Il disertore cerca scampo nell’alloggio segreto della soffitta dove ha sistemato da tempo tutto ciò che ritiene indispensabile a una lunga permanenza.

 

(Passi in avvicinamento su una scala di legno. Alla fine apertura di una botola dal cui spicchio di luce fievole emerge la sagoma umana che prende possesso del locale, diviso in due da una colonna grezza, dove s’intravedono una vecchia poltrona di cuoio e una branda. Al tonfo e alla chiusura della botola buio e silenzio scalfiti solo dalla striscia di finestrini sul fondale di luce serale e da qualche passo del disertore)

 

prima voce Di che hai paura? (arrestandolo in mezzo alla stanza dove il disertore guarda di qua e di là alla ricerca della bocca da cui è uscita la domanda)

seconda voce  Perché ti agiti in codesto modo? (richiamandolo a destra)

terza voce   Vieni! Fidati! Di noi sei sicuro. Siamo le sole cose certe che ti sono rimaste… gli unici beni di valore che puoi ancora vantare.

quarta voce   Su non temere. Avvicinati! Avvicinati senza paura  (spingendolo al proscenio).

disertore (muovendosi agitato e parlando sommesso lungo il proscenio) Ma che succede? Come hanno fatto ad arrivare fin qua? Possibile che anche quassù mi si aspettasse (spostandosi verso la poltrona sotto la colonna) per tendermi l’agguato di queste domande? (buttandosi come sfiancato nella poltrona e accendendo la lampada, dal braccio fissato alla colonna, di fianco ad essa) Chi c’è? Chi c’è? Chi si nasconde, perdio?! (forzando sui braccioli, il busto e alzando la voce alterata)

moro (illuminato da un “occhio di bue”) Dai, vieni qua! (incitandolo d’un tratto).

toro (lo stesso "o.d.b.")A questo punto non dovresti meravigliarti di sentirci parlare. (aggiungeva pronto).

cavallerizzo ("o.d.b.") Anche perché possiamo farlo solo con te (confessandogli in tono malinconico).

disertore (illuminato solo di sbieco dalla lampada) Ma insomma! (esclamando) Non è facile capire ciò che sta accadendo qui dentro, (smorzando l’esclamazione) né accettare che accada proprio in questo rifugio segreto che credevo sicuro e...

ercole (o.d.b., interrompendolo) Forse. Ma nemmeno avresti mai pensato di doverti chiudere in questa soffitta per sopravvivere (sentenzioso).