Nello stesso locale in cui avevano udito allora il dialogo fra i due operai il falconiere e il suo erede tagliavano ora sul ripiano marmoreo di un ceppo pezzi di carne fresca. Ritagli ridotti poi a colpi di mannaia in una sorta di spezzatino a cui Enzo aggiungeva un paio di teste di pollo prima di spostarsi e accostarsi al grande tavolo di quercia in mezzo alla stanza. «Non dimenticare, Iacopo,» rammentava al figlio prendendo in mano alcune penne «di non pulire la carne. Lascia peli e pelle, piume e penne a ogni boccone, mi raccomando» insisteva preparandosi a innestare, al posto di quelle rotte, le penne nuove allo sparviero incappucciato su un posatoio mobile.
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