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Inchiostro

(la filiera di un racconto)
 

Il passo narrativo qui proposto – letto e accompagnato, come gli altri della lettura integrale del testo, da un brano musicale scelto da Riccardo Garaffi – è tratto da La cura, racconto costituente la prima sezione e strumento e oggetto di riflessione della seconda parte del lavoro di cui è presentata sotto la premessa seguita da Lezione (idea e pratica di un racconto). Videosintesi, questa, combinata della lettura del racconto e del suo “smontaggio” spiegato nella seconda sezione della filiera dell’opera.

 

Lezione (file .pdf)

Lettura del racconto "La cura"

PREMESSA

In letteratura, come nella vita e in ogni altro mestiere, c’è sempre qualcosa che non s’impara mai. Tuttavia dopo avere pubblicato un dittico di prose brevi (IL CONGEDO e dialoghi terminali) ho sentito il bisogno di riflettere sul mio lavoro. In tal senso questo libro – diviso nelle sezioni Invenzione della realtà e Realtà dell’invenzione – dovrebbe servire a chi legge per capire come lavora uno scrittore e quindi favorire la comprensione e il godimento, se piace, di un racconto.

Ovviamente questo si riferisce in particolare al mio modo di lavorare (peraltro oggetto di trattazione sistematica in un altro volume). Tuttavia, ponendo l’attenzione su strumenti e procedure comuni al mestiere di scrivere, l’obbiettivo d’illustrare e far emergere i vari «gradi della scrittura» sottesi all’opera finita riguarda strategie letterarie generali ormai largamente condivise.

Di conseguenza quest’attività potrebbe essere paragonata a prima vista a quella dell’archeologo impegnato a osservare, esaminare, interpretare i vari strati di uno scavo. Del resto lo scrittore dedito agli sterri interiori e lo studioso intento a studiare testimonianze emerse sono stati spesso accostati. Non solo ma in rari casi si sono congiunti – se non altro per interesse e pratica di studio – nella stessa persona (Freud, Jung).

Per la verità mentre l’archeologo, sebbene dopo lunghe e faticate ricerche del passato, opera su quel che c’era (il ritrovamento) lo scrittore lavora sempre, pur ancorato a ciò che vive e legge tutti i giorni, su quello che inventa (il disvelamento). E questa – al di là di ogni presunta e affine dinamica di cantiere – non mi sembra differenza di poco conto. Non a caso «non esiste nel lavoro dello scrittore […] una fase che sia pura esecuzione, ma tutto è invenzione: l’esecuzione di un’opera […] non è che sviluppo di un’invenzione […] per via d’invenzione».

Perciò il percorso di un testo, scandito dalla pala dell’estrarre come dallo scalpello del sottrarre, è piuttosto avventuroso. Certo attraente ma il più delle volte difficile, accidentato, sfiancante, composto fino al termine di tappe che possono apparire di volta in volta approdi o partenze. In ogni modo inevitabili per la prosecuzione quanto irrinunciabili per il raggiungimento del traguardo di ogni itinerario narrativo.

 Ecco quindi ribadita l’importanza delle stratificazioni cui ho fatto cenno al principio e che, lo ripeto, costituiscono gli elementi portanti di questo racconto, illustrato e didascalico. Cellule letterarie, biologicamente e metaforicamente parlando, prima indifferenziate (spunto d’idea), poi man mano diversificate e variamente modellate (schema dinamico o abbozzo), infine definitivamente complesse (risoluzione e stesure). E proprio dei nuclei di tali strutture letterarie intendo qui occuparmi cercando d’individuarne le caratteristiche, di riconoscerne le funzioni, di segnalarne gli snodi, di seguirne gli sviluppi, di assecondarne gli sbocchi sotto gli occhi di tutti. In modo che il lettore possa rendersi conto di come si costruisce e si realizza la filiera di un racconto. Una opera, cioè, frutto di esercizio e d’invenzione che nulla ha da spartire con le pozioni degli apprendisti stregoni di turno né con le lezioni di qualche scrittore creativo oggi alla moda.

Quindi ogni testimone di questo processo narrativo non solo è presentato da una succinta scheda esplicativa ma è anche corredato dalla riproduzione, ora completa ora parziale, del suo stato originario. Tuttavia anche se tutti formano l’apparato di reperti della prima sezione del libro i riferimenti fotografici sono inseriti invece nel tessuto narrativo vero e proprio per i motivi e secondo i modi spiegati nella scheda ad essi pertinente.

2003 XI 24