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Copertina-Verbaio-grigia

 

Come si sa ogni manufatto è la realizzazione pratica di un’idea creativa, compreso quindi questo lavoro che si basa sulla relazione fra la materia prima (la lingua) e il prodotto finito (la letteratura). Un rapporto tanto inscindibile da darlo fin troppo per scontato. Almeno quanto i testi letterari che pur fatti di paroleovvero composti di voci comuni ma anche atti di espressione originale – non sempre sono compiuti praticando al meglio e in maniera personale il loro strumento specifico: la lingua. Eppure essa è un osservatorio privilegiato in grado di segnalare lasciti, prestiti, permanenze verbali che se la rendono meno pura la mantengono anche – se usata in modo consapevole – vitale e significativa. Da qui l’idea di questo libricino elettronico di cui il titolo connota il “timbro”, così come il sottotitolo ne annuncia il “genere”. Ossia divagazioni linguistico-letterarie – non ordinate alfabeticamente ma numerate come comunicati o bollettini nell’ordine cronologico di stesura – di cui si presentano qui i primi venticinque esempi di un piano d’opera tuttora in corso.

 

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