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(il falconiere)

Innanzitutto il piacere di ritrovare […] la naturale capacità di minuziosa descrizione e di leggero accompagnamento della narrazione, con la destrezza e la sensibilità che conduce il lettore letteralmente sulla scena del racconto (le prime pagine dell’atterraggio e l’arrivo di Enzo e Jacopo sono, a tal riguardo, due pezzi pregiati, ma includerei anche il finale che […] ricorda atmosfere bergmaniane del Natale di Fanny e Alexander […] Tutto ciò malgrado […] un forse eccessivo uso della forma stilistica “ad incisi” che in alcuni frangenti rischia di interrompere troppo il racconto, costringendo il lettore a collegamenti – anche visivi – complicati. 

Il secondo grande punto è quello della storia. [Si ha] la netta sensazione che […] il lavoro di denuncia e di critica sociale, umana, intellettuale, che serpeggia in ogni angolo del testo sovrasti l’intreccio narrativo. Difficilissimo […] gestire due o più storie in un unico fluire. Ancor più quando le storie, separate nei protagonisti, risultano quanto mai compenetrate nel gioco del destino della condizione umana, come nel caso de Il falconiere. Il quadro finale che ne emerge è di forte impatto, ma rischia di abbagliare l’occhio dello scrutatore attento al dettaglio. Cerco di spiegarmi.
 

Se l’attenzione alla “problematica” del libro deve effettivamente prendere il sopravvento e definirsi come la cornice di riferimento a cui il lettore si riferirà – quando, tra un po’ di tempo, ripenserà al […] libro – […] la buona riuscita dell’ […] intento sarà molto probabile.
 

[…] Ma se l’interesse verso il racconto, verso l’esercizio puro del lavoro di stesura dell’opera letteraria era in assoluto al primo posto degli […] intenti – e quella dovrà essere la cornice cui dovrà riferirsi il lettore che un giorno ripenserà a Il falconiere – ecco allora credo proprio che tutto questo sarà costretto a lasciare il passo, il posto, l’ingombro, al senso allegorico che pervade ogni sequenza del racconto, astraendo il lettore dagli eventi. Le vicende diventano puro pretesto, per quanto ben inquadrate e direi scientificamente argomentate […], per rapire ed ingabbiare il lettore. Per condurlo in cantina, farlo sedere e costringerlo a riflettere sulla sua esistenza […].

Vulca Fidolini

(senza data)