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(il falconiere)

Prosa notevole, a mio avviso, quest’ultima, per la cruda attualità e l’impietosa denuncia del barbaro sistema economico di sfruttamento del prossimo e dell’ambiente che governa il mondo e la società contemporanei. Gli archetipi del capitalismo postliberista (denaro, potere, sfruttamento, egoismo, amoralità, piacere…) e le sue interdipendenti dicotomie (ricchezza-povertà, finanza-lavoro, eletti-reietti, libertà-prigionia, ragione-cuore…) sono metaforizzati con plastica efficacia nella vicenda del berlusconiano don Rodrigo protagonista, dello sventurato falconiere Enzo e di suo figlio Iacopo.

[…] una strategia narratologica che dona universalità al racconto. Ben strutturata, consequenziale e speditamente condotta appare la storia che veleggia inesorabile verso il suo tragico finale. Lo stile, come al […] solito tornito e levigato con estrema cura, si avvale di una lingua precisa, efficace, tagliente ma nel contempo anche poetica e alta nel suo volo sopra la miseria del reale.


Dovessi, per non lodare soltanto, fare qualche […] appunto al testo, direi che stupisce in esso principalmente la passività del “volgo” (operai, contadini e persino il falconiere stesso che, pur vedendosi sottrarre i loro figli, appaiono come rassegnati al sopruso), ma anche la granitica amoralità del signore, privo di scrupoli nel votare al male persino il suo stesso sangue. Se convincono con la loro forza caricaturale le descrizioni alla “Eyes wide shut” del decadente clima da “basso impero” romano che caratterizza la vicenda, meno incisiva appare invece la monodia linguistica dei dialoghi: si tratti dell’istruito signore o dell’ultimo dei servi, tutti i personaggi rivelano infatti una capacità espressiva e argomentativa assai simile. Credo invece che il testo acquisirebbe maggior pregnanza artistica se da “raisonneur” autoriali o semplici enunciatori di un’Idea i personaggi si trasformassero in figure ancor più vive, rose da dubbi e passioni, scosse da conati di schifo e ribellione. Mi rendo però ben conto che una più approfondita caratterizzazione psicologica richiederebbe ulteriori pagine a discapito dell’ammirevole sinteticità narrativa invece proposta.

 Miran Košuta 

20 VI 2011