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ai collaboratori

Dopo un soggiorno pluriennale da un alloggio ipogeo sono risalito in superficie. L’appartamento finalmente raggiunto (attiguo, in una non casuale ‹chiusura del cerchio›, al mio ex asilo) è pur sempre e solo un’abitazione.

 

La casa rimane invece l’aspirazione a una dimora solitaria nella quale svolgere una vita operosa, semplice e necessaria. Un’idea non ascetica bensì utopica che i tempi appesantiscono e gli anni tarlano ma che mi auguro non riescano, salute e sorte permettendo, a schiacciare né a distruggere. Anzi, auspico che possano alimentare le risorse e le forze indispensabili non solo a me ma anche a chi sarà interessato a svolgere, in queste stanze o in altre, il lavoro del Centro Studi Letterari Larmon.

 

A proposito del quale si offre qui e ora, gratuitamente ma con riserva d’insindacabili criteri di scelta da parte del coordinatore responsabile, questo spazio on line (attualmente in costruzione) a chi voglia inviare scritti utili alla ricerca e allo studio circa la “letteratura civile italiana dalle origini ad oggi”. Cioè sulla letteratura nazionale d’impronta urbana e nel solco di un critico realismo esistenziale storicamente rielaborati dalla scrittura narrativa.

 

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